"Aquile Sine Limite",

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Gli AUC

Il corso

 

 

RICCARDO CHIAPPINI

Si è presentato in carraia il primo giorno con due borse modello 24 ore e, non avendo più mani libere, con la cartolina precetto sporgente dal “pacco dei pantaloni”. Pensate all’espressione dello scelto Borghesan!! “Pacco” nel quale era solito nascondere anche il telefonino durante le prime libere uscite guadagnandosi ben presto l’appellativo di “maniaco” da parte dello scelto La Corte. Questa sua tendenza si manifestava anche in inquadramento dove, occupando la posizione di perno, non perdeva occasione di “incularsi” il collega Di Carlo ad ogni conversione.
Unico del corso a non aver mai usato una coperta e a dormire in mutande, il più delle volte sopra, e non sotto le lenzuola, fu il primo di noi ad avere un compito di “responsabilità” in qualità di addetto chiusura porta camerata, svolto con attenzione frenetica e con smadonnamenti vari. Si era capito subito che Riccardo era uno con le “palle”, il classico “piccolo grande uomo” o, come lo chiamavamo affettuosamente noi in cameretta 2 “Nanerottolo bastardo” (è stato un gran bene per gli allievi che sia risultato il primo dei non scelti…).
Impressionò al poligono dove sbagliò solo 3 colpi su 95. Il nostro problema è stato che il buon “Chiappa” non era bravo a “sparare” solo con il Fal…….. Quasi ingegnere meccanico di quelli convinti, era anche un mostro dell’elettronica: la sua Uno Turbo più che una macchina sembra un albero di Natale! Uomo capace di correre la maratona con tempi per noi impensabili, diventò il tormento del Capitano (suo collega di allenamento), che batteva regolarmente ad ogni competizione podistica. Senza dubbio, però, il “Conte”, come veniva chiamato in cameretta 1, verrà ricordato dal corso per essere più maniacale di un giapponese nello scattare foto; si devono a lui, infatti, la maggior parte dei ricordi del corso, centinaia di foto, un video sul back stage del 173° corso e un Cd Rom, testimonianze di un’esperienza faticosa ma sicuramente indimenticabile.

 

 

 

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