"Aquile Sine Limite", il sito del 173° Corso AUC Trasporti e Materiali
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LEONARDO D'ADDAZIO
Il degradato autiere D’addazio sarebbe stato la
personificazione ideale del nostro corso: l’immagine del menefreghismo e
dello svacco più totale, un esempio chiarissimo e limpidissimo di
insofferenza alla formalità e alla permanenza in caserma (ha sempre avuto una
predisposizione naturale ad andare a casa ogni settimana). Il suo cubo,
pendente come la torre di Pisa o storto come un palazzo crollato dopo un
terremoto, era in netto contrasto con quelli di tutti gli altri così come lui
ed il suo modo di fare.
Divenuto autiere di propria volontà perché futuro padre
(povero figlio), aveva assunto ben presto tutti quei comportamenti che per
gli altri erano vietatissimi. Stonato come una campana, non risparmiava mai
la sua cameretta e quelle confinanti da una cantatina notturna di circa
mezz’ora. Sapeva a memoria i testi di infinite canzoni che, appunto dai
testi, venivano riconosciute dagli ascoltatori. Di giorno lo si poteva
trovare appisolato sulla branda, di notte anche.
Insofferente all’accensione delle luci anche solo per un
minuto in più rispetto all’orario prestabilito, era però sempre pronto
a dare una mano per le pulizie o per altre mansioni. Ogni volta, tante,
che Leonardo era in licenza, si sentiva la sua mancanza ma bastava
guardare il suo cubo, storto ed abbandonato, per ricordarcelo.
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