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Gli AUC

Il corso

 

 

PIETRO AZZARA

Pietro è quel classico siciliano che capita di vedere nei film anni ‘60: forte accento isolano e fisico non certo longilineo.
“U patrinu” si è subito distinto per le presentazioni terrificanti: dopo aver richiamato l’attenzione degli scelti con un tacco talmente poderoso che da subito pensammo l’avessero bidonato rifilandogli anfibi con tacchi ovattati, partiva con un “allievo ufficiale……..” che, a malapena veniva udito dal collega che gli stava accanto. Altra sua caratteristica era la puntualità: puntuale nello scomparire un secondo prima di iniziare le pulizie, era altrettanto puntuale nel ritornare un secondo dopo che erano state finite. Ogni volta che gli veniva fatto notare il suo modo di fare, rispondeva con un disarmante “E’ vero…. Chiaro…. È nommale” talmente spontaneo che l’incazzatura della cameretta scompariva al volo.
Pietrino ha però mostrato anche delle doti positive: la fortuna! Con lui la Dea Bendata è stata benevola nei primi tre mesi di corso nei quali, nonostante innumerevoli cazzate (non fu visto dal Capitano in ispezione nella sua cameretta mentre dormiva sotto il suo posto branda, ecc. ecc.) e qualche rapporto, non fu mai punito. Gli unici tre giorni che si prese, se li scontò Bonifacio, accollandosi una colpa non sua pur di farlo andare in licenza. La fortuna, si sa, comunque gira e negli ultimi mesi Pietro ha preso la sua giusta parte con gli interessi. Di lui rimarrà indelebilmente impressa la cura maniacale per l’ordine, grazie alla quale ha perso: le chiavi dell’armadietto (più volte), le ciabatte, il bancomat e tanti altri oggetti tra cui il bene più prezioso per un AUC: la licenza. Del padrino rimarranno impresse anche le lunghe ore passate al cellulare (anche a notte fonda, in bagno, lo si beccava a farfugliare cose incomprensibili al telefono) e la sua scarsa abilità nel fare il nodo alla cravatta.

 

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